Come vive chi non risponde o non accoglie una chiamata vocazionale? E se poi ci si decide per strade diverse, cosa succede? Come sarà? Si potrà essere felici ugualmente o ci attende un fallimento irreparabile?
Siamo figli, non schiavi
Da Pavia mi scrive Luigi, 38 anni felicemente sposato con due figli, raccontandomi il suo essere “scappato” in gioventù – “per immaturità” – (così dice!) da una chiamata alla vita religiosa. Per questo motivo, si trova a volte oppresso dai rimorsi e in particolare timoroso del giudizio di Dio!
Al riguardo, come anche gli ho scritto privatamente, vorrei dire a tutti che quando Dio chiama e invita qualcuno a seguirlo in una vocazione particolare come la vita consacrata, mai impone, mai obbliga, mai toglie la libertà di rispondere autonomamente con un SI’ o con un NO. Il Signore, infatti, non ci tratta da schiavi, ma da figli e dunque, si propone, suggerisce e indica con mitezza: “Se qualcuno vuol venire dietro a me “! Queste sono le parole che troviamo nel vangelo legate alla sequela!
Provvidenza o destino?
Occorre inoltre distinguere chiaramente la Provvidenza divina dal destino o dalla fatalità. La mentalità pagana in cui (consapevoli o no) siamo un pò tutti immersi, spesso ci porta, infatti, a credere che quanto riguardi la nostra vita sia già stato scritto in anticipo e che di fatto, ciascuno di noi segua un destino prestabilito (a volte benevolo, a volte infausto). Il Signore, in realtà, non agisce così nei nostri confronti. Egli, certo, ad ognuno suggerisce un progetto, ma sempre intrecciandolo con la nostra libertà e responsabilità; mai imponendo o obbligando, ma ogni volta desiderando un dialogo e un incontro personale, una relazione sincera con noi.
La santità: la prima vocazione per tutti
E’ con infinito rispetto, dunque, che il Signore invita e propone delle strade. E se una chiamata particolare, per tanti motivi non viene ascoltata oppure se viene fraintesa o anche disattesa, ebbene, nessuno può impedire a Dio di indicarci nuove vie verso la santità quale primigenia vocazione da realizzare e a cui in ogni caso tendere in forza del Battesimo! Il Signore, statene certi, non rinnega nessuno, ma sempre ha cura dei suoi figli e non vuole che alcuno si perda. Quindi, non possiamo dire: “Sono stato abbandonato dal Signore perché voleva che facessi qualcosa a cui non ho voluto aderire. Adesso è troppo tardi. Lui mi punirà”. Egli sempre continua a donarsi, anche a coloro che, in un dato momento, per tanti motivi, non hanno saputo o potuto ascoltare, hanno disconosciuto questa o quella via indicata. Il Signore, del resto, ben conosce anche i nostri limiti e immaturità e fatiche e ferite, che spesso ci impediscono di fare determinati passi, di attivare ad un serio discernimento!
Un GPS vocazionale
Dio ci offre, pertanto, sempre un percorso di pienezza di vita e santità qualunque siano state le nostre scelte precedenti; come un GPS che ricalcola un nuovo itinerario quando l’auto cambia corsia. Certo, questo chiede da parte nostra la volontà di essere in sintonia e collegati a Lui, di confidare in Lui, di fidarci di Lui, di rivolgerci a Lui. E dunque, se necessario, di intraprendere anche un cammino di conversione e di ritorno a Lui. Troppo spesso invece, è facile assistere ad una presa di distanza nei Suoi confronti, ad una disconnessione, se non addirittura a dei rifiuti stizzosi quasi volesse “rubarci” la vita e “fregarci”. In tal caso il ricalcolo del GPS vocazionale non può funzionare, mentre la nuova strada intrapresa rischia di condurci facilmente a vicoli ciechi, a mete parziali e mal riuscite, a scelte tristi e incomplete.
Che dire? Fidiamoci comunque e sempre del Signore e se necessario, ritorniamo a Lui: Egli, mai ci abbandona!
A Lui sempre la nostra lode.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org