La Croce, filo conduttore di queste tre date liturgiche, è infatti il riferimento costante dell’esperienza di san Francesco e di noi frati che cerchiamo, tentiamo, proviamo a seguirne e imitarne le orme.
Così ci ricorda il Papa:
«Da dove parte il cammino di Francesco verso Cristo? Parte dallo sguardo di Gesù sulla croce. Lasciarsi guardare da Lui nel momento in cui dona la vita per noi e ci attira a Lui. Francesco ha fatto questa esperienza in modo particolare nella chiesetta di san Damiano, pregando davanti al crocifisso, che anch’io oggi potrò venerare. In quel crocifisso Gesù non appare morto, ma vivo! Il sangue scende dalle ferite delle mani, dei piedi e del costato, ma quel sangue esprime vita. Gesù non ha gli occhi chiusi, ma aperti, spalancati: uno sguardo che parla al cuore. E il Crocifisso non ci parla di sconfitta, di fallimento; paradossalmente ci parla di una morte che è vita, che genera vita, perché ci parla di amore, perché è l’Amore di Dio incarnato, e l’Amore non muore, anzi, sconfigge il male e la morte. Chi si lascia guardare da Gesù crocifisso viene ri-creato, diventa una “nuova creatura” » (Omelia di papa Francesco- Assisi 2013).
Ecco perchè il crocifisso, la “Croce di San Damiano” è quasi una sorta di ossessione per noi francescani. La trovate riprodotta in ogni convento, in ogni casa di terziari, in ogni monastero di Clarisse! E non a caso. E’ la croce che parlò a San Francesco, è la muta testimone, ancora presente, della decisione di un giovane che segnerà non solo la sua vita, ma la vita di milioni di persone andate dietro a lui. Questo crocifisso è la sintesi della vocazione francescana. Francesco non si è sentito chiamare da Gesù bambino, nè dalla Vergine Maria, nè da un Angelo, pur avendo incontrato nella sua esperienza mistica tutte queste figure. E’ il Cristo in croce che lo chiama. E alla croce Francesco sarà fedele e obbediente, ricostruendo la Chiesa come il crocifisso gli aveva comandato. Davanti al Crocifisso di San Damiano Francesco si espresse con una preghiera “vocazionale” che è rimasta tra le più care dei suoi seguaci: Alto e glorioso Dio. L’ha musicata felicemente e con semplicità Mons. Marco Frisina:
O alto e glorioso Dio, illumina le tenebre del cuore mio.
Dammi una fede retta, speranza certa, carità perfetta e umiltà profonda.
Dammi, Signore, senno e discernimento per compiere la tua vera e santa volontà.
La croce originale rimase a San Damiano, custodita da Chiara e dalle sorelle povere. Quando queste lasciarono il luogo per abitare dentro le mura di Assisi se la portarono via. Oggi è conservata nella Basilica di Santa Chiara ad Assisi e continua ancora a parlare al cuore di tanti giovani che vi si inginocchiano davanti cercando un senso profondo per la loro vita, invocando una risposta e una indicazione di pienezza e verità. Possa questo crocifisso ispirare anche ciascuno di voi.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org
A casa,ho più riproduzioni del crocefisso di San Damiano,io mi confesso davanti a lui,gli regalo tutte le mie miserie,Gesù non solo mi ascolta ma durante la giornata,quando meno me lo aspetto,mi suggerisce cosa devo fare : tutto allora non è più sacrificio ma è gioia se te lo chiede il Signore.