Oggi condivido con voi la lectio sul vangelo dell’Annunciazione che ho preparato per l’incontro del gruppo san Damiano di questo week-end. Maria, maestra di vita cristiana, ci svela 7 regole del discernimento vocazionale.
Oggi è la solennità dell’Immacolata, tanto cara a tutti noi frati francescani. In questo fine settimana mi trovo con un gruppetto di giovani del Nord Italia per il ritiro mensile del Gruppo san Damiano. Siamo in un nostro bellissimo santuario, a “San Romedio” in Trentino val di Non, circondati da una natura meravigliosa, sentendoci vicini e in comunione con altri ragazzi in discernimento (del centro-sud) che si ritrovano invece ad Assisi per un analogo incontro.
Di seguito ecco un commento vocazionale al Vangelo dell’Annunciazione, lo stesso che ho proposto ai giovani presenti. Spero possa essere utile anche a tanti di voi che mi seguono nel blog. Affido tutti all’intercessione della beata Vergine Maria Immacolata.
Dal Vangelo di Luca (1, 26-38)
Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, l’angelo disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”. («Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te!» = CEI 1997). A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”. Allora Maria disse all’angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio”. Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l’angelo partì da lei.
Lectio
Prima regola: primato di Dio
V.26 « Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio…»
Dio prende l’iniziativa! E’ Lui che sceglie Maria fra tutte le fanciulle d’Israele, è Lui che le invia il suo messaggero.
Ecco una prima legge costante dell’agire di Dio: ogni chiamata/vocazione è sempre frutto dell’amore libero, gratuito e preveniente di Dio. Così fu anche la chiamata di Abramo, di Mosè, di tutti i profeti. Così la chiamata di Maria. Alle volte si può avere l’impressione di essere noi a porci “in ricerca” di Dio. Ma non è mai così: è sempre Dio che fa il primo passo. Se noi lo cerchiamo è perché lui, per primo, suscita in noi il desiderio di incontrarlo (forse ne è la prova anche il fatto che siamo qui). Di fronte a un Dio che si comporta così, che mantiene sempre l’iniziativa, c’è posto soltanto per la disponibilità, l’accoglienza e il ringraziamento: le qualità di Maria che possiamo imitare.
- Ricordo qualche momento particolare nella mia vicenda di vita (e vocazionale) in cui posso dire di essere stato visitato/toccato dal Signore. Come l’ho accolto? Come ho risposto? (fuga, paura, dubbi, stupore, ascolto.)
- Come mi pongo davanti all’imprevisto di Dio, al suo modo di intervenire nella mia vita e nella storia? So riconoscerlo nelle modalità in cui egli si svela, senza imporgli le mie?
Seconda regola: Dio non segue il giudizio umano
V. 27 «La vergine si chiamava MARIA »
Maria è una fanciulla ebrea, che conduce una vita normale nella più semplice quotidianità, una vita che ad occhi superficiali per nulla si distingue da quella di tutte le altre ragazze della sua età. Come ogni pio ebreo attende il Messia. Maria vive a Nazareth, un paese sconosciuto e senza importanza, al punto che l’Antico Testamento non lo nomina neppure una volta. Il suo promesso sposo, è un falegname. Una storia quotidiana, quasi banale. E’proprio questa fanciulla, semplice e sconosciuta, che Dio sceglie per farne la madre del Messia.
Da qui una seconda considerazione per noi: Dio non segue le valutazioni degli uomini per chiamare qualcuno, anzi! Gli uomini giudicano secondo criteri terreni (di forza, di potere, di autosufficienza). La legge di Dio invece è l’amore gratuito e il suo agire è mosso da uno sguardo più profondo, che rifugge la superficialità e l’apparire, ma guarda alla disponibilità del cuore, all’umiltà… alla verità di noi stessi.
- In questa situazione di Maria siamo invitati ad uno sguardo positivo su noi stessi, il nostro ambiente famigliare, la nostra storia; per quanto normale e forse “banale”; per quanto segnato anche da mediocrità…e ferite! Questa è storia amata e conosciuta da Dio e in questa mia storia il Signore vuole entrare.
- Chiedo al Signore di stare davanti a Lui e nella mia vita “in verità”, allontanando ogni finzione o apparire o falsità. Gli chiedo di aiutarmi a rimuovere ciò che inquina il mio e suo sguardo positivo su di me, tutto ciò che mi porta a svalutarmi.
Terza regola: chiamati anzitutto alla pienezza
V. 28 Entrando da lei, [l’angelo] disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”. («Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te!»)
Secondo il testo greco, la prima parola dell’angelo non è un semplice saluto, ma è un riconoscimento estasiato/gioioso dalla bellezza di Maria, la “piena di Grazia”, la ripiena di Dio, la “tutta bella – la tota pulchra”. Una bellezza che è molto di più dell’estetica: è salvezza!! Perché in fin dei conti l’assenza del peccato originale rende Maria bellissima, poiché Ella corrisponde pienamente a quell’idea di umanità che Dio aveva quando creò l’uomo e la donna. Ecco il perché di quell’esclamazione di gioia, di letizia: il Signore riempie totalmente la vita di Maria, in lei non c’è ombra di peccato o distanza da Dio!
Terza considerazione vocazionale: le chiamate di Dio sono prima di tutto una chiamata alla “pienezza in Lui”, a “fare il pieno di Lui” e dunque alla “gioia”, alla meraviglia, alla bellezza. Siamo tutti chiamati allo stesso destino di Maria, a recuperare quella bellezza che è lo splendore del cuore prima ancora che l’estetica di un corpo. E solo quando il Signore ci riempie totalmente, sperimentiamo la pace del cuore, la Gioia vera, la fine di quel vuoto e di quella noia che spesso ci assale!
- Cosa (peccati particolari, vizi, abitudini) o chi (relazioni, affetti, legami) mi impedisce di far spazio al Signore, di essere “pieno di Lui”, di avere “gioia piena”?
- Per dilatare la mia disponibilità alla grazia, come curo la dimensione contemplativa della vita (la preghiera e i sacramenti, la continuità tra la preghiera e la vita…)?
Quarta regola: è interpellata la nostra libertà
V. 29 A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. (cfr. anche v 34)
Le resistenze, i turbamenti, le tentazioni appartengono alla dinamica della chiamata. Il fatto che perplessità e interrogativi ricorrano di norma nei racconti biblici di vocazione significa che il dubbio in sé stesso non è deviazione colpevole, ma è una tappa di discernimento necessaria.
Quarta regola vocazionale: Dio interpella una libertà, e una libertà/volontà responsabile. Lui ti rivolge un invito, ma questo non ti esime dalla tua fatica, da un discernimento non scontato né facile, rischioso. Tuttavia, il dubbio non deve restare la nostra ultima parola: il dubbio permanente finisce per tarpare le ali della fede e paralizza le possibilità di una risposta generosa al Signore.
- Ripercorro con la mente ed il cuore, le mie paure, i miei tentennamenti, i miei dubbi, i miei tanti interrogativi…
- Succede, nella mia vita, che il dubbio – da reazione costruttiva – degeneri in paralisi distruttiva? Quali ne sono le cause? Mi affido a Maria, giovane donna umile e …forte!
Quinta regola: Dio dà anche i mezzi per l’impresa
V. 30 L’angelo ledisse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio”. (Cfr. V.28: il Signore è con te”. Cfr. V.37. nulla è impossibile a Dio).
Quinta considerazione vocazionale: Quando il Signore chiama e ti suggerisce una strada, ti concede anche la forza e il sostegno per intraprenderla: non ti abbandona, ma cammina con te! Fidati…non temere…il Signore è con te… nulla è impossibile a Dio: parole così semplici, così luminose, dette dall’angelo a Maria, che sprigionano una forza onnipotente. Maria sa ascoltare in profondità questa parola e sa credervi con fede piena, con assoluto abbandono e mi invita a credere con Lei.
- Voglio FIDARMI del Signore… o ancora nel mio cuore in fondo penso, che così…resterò… fregato?!
Sesta regola: sempre per Gesù, sempre in logica pasquale
V. 31 Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
L’angelo svela a Maria la sua missione. Maria è chiamata ad essere madre, madre di quel Figlio, e in Lui di tutti gli uomini. Ma è una missione che essa scoprirà gradualmente nel corso della sua vita, fino ad afferrarne completamente il senso solo ai piedi della croce di Gesù. Ma la croce (morire per amore!) fa subito parte dell’annuncio: sarà una ragazza madre, additata, a rischio lapidazione e abbandono… “E anche a te una spada trafiggerà l’anima” (Lc 2, 25). Nella culla di Gesù gli iconografi già raffigurano la tomba, il sepolcro, a indicare il suo cammino di donazione e amore fino alla morte!!!
Sesta regola vocazionale: la chiamata alla vita religiosa è sempre e solo in vista di Gesù e non è mai esente dalla croce (morire per amore!). Lui, siamo chiamati a concepire, a generare, a nominare, lodare, invocare, far conoscere, amare… Questo è il nostro Natale quotidiano!
- Capita talvolta di assistere a qualche “inquinamento” vocazionale, dove i motivi di una scelta e di un desiderio sono anche altri da Gesù: fuga dal mondo, incapacità relazionali, voglia di sicurezze, ricerca estetica (l’abito, il chiostro…), sogni di grandezza o di realizzazione personale (farò questo o quello..). Chiedo a Maria di purificare i miei desideri e le mie intenzioni per guardare SOLO a GESU’.
- Che ne è della croce nella mia vita? La considero come un incidente di percorso, o la considero veramente come il crocevia nell’esercizio della missione che mi è affidata? Nella mia vita spirituale assomiglio forse a un abile ingegnere stradale, che progetta comode tangenziali, quadrifogli e grandi raccordi, pur di evitare il Calvario?
Settima regola: sempre per il servizio
V. 38 Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”.
L’angelo l’ha chiamata “piena di grazia”, e Maria chiama sé stessa “serva”. Piena di grazia e serva: in questi due nomi è racchiuso tutto il progetto di Dio, tutta l’esistenza cristiana. Tutto ciò che sei e che hai è dono di Dio (grazia), di conseguenza tutto ciò che sei e che hai deve farsi dono (servizio). La chiamata di Dio è stata da Maria accolta e vissuta secondo questo schema semplicissimo: grazia e servizio. Delicato ed attento il primo gesto di Maria dopo l’annuncio dell’angelo: visita la cugina Elisabetta.
Settima regola vocazionale: Un’autentica chiamata del Signore, non mira principalmente alla nostra autorealizzazione (io basto a me stesso!), ma chiede l’abbandono alla volontà di Dio, chiede un SI’! Sempre ha come stile e finalità il servizio, il donarsi, la condivisione di quanto ricevuto!
- Anche a me oggi il Signore dice: “Hai trovato grazia ai miei occhi”. Grazie Signore: Sento che sono importante, unico, desiderabile, degno ai tuoi occhi. Mi lascio raggiungere fino in fondo da questa Parola; mi ripeto all’infinito che io ho trovato grazia presso Dio, come Maria. Gli chiedo, come Francesco, di mostrarmi la missione che ha in serbo per me: “Signore cosa vuoi che io faccia?”.
- Eccomi…: Quanta ricchezza di presenza in questo “Eccomi!”; Quante volte Dio stesso per primo l’ha pronunciato, l’ha ripetuto nei miei riguardi. Lui non ha mai smesso di cercarmi, di starmi appresso, di camminare con me, dovunque io sia andato. Quanti prima di me e quanti anche oggi, insieme a me ripetono “eccomi”! No, non sono solo. “Eccomi” (Is 65, 1) ripete Dio; “Eccomi, sono la serva del Signore” risponde Maria; “Ecco, io vengo per fare la tua volontà” (Sal 39, 8) dice Cristo…E io..cosa dico?
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org